|
|
Forza
Italia Giovani
> Torna
al menu
precedente
per leggere gli altri Articoli della Rassegna Stampa relativa al Congresso
Nazionale.
|
Congresso
Nazionale, Rassegna Stampa - Il Messaggero, 12 dicembre '99, pagina
5
Simone Baldelli, 27 anni,
dalle vignette a Forza Italia
Cattolico, radicale e socialista il nuovo capo degli azzurrini
ROMA— Per Andrea Di
Teodoro, coordinatore uscente dei giovani azzurri, Silvio Berlusconi
già intravede un luminoso futuro in Parlamento. Al suo posto andrà
l’attuale vice coordinatore giovanile, Simone Baldelli, 27 anni,
indicato da 200 delegati. Aria scanzonata, sembra incarnare il
prototipo del forzista del Duemila, anche se il suo look non è
azzurro doc. Niente giacca blu, nè camicia a righe, nè cravatta
d’ordinanza a pois. Ma uno spezzato trasandato e perfino
scarponcini scamosciati Clark, come si usava nel ’68.
Eppure, il giovane Simone è già nel cuore del capo perchè
magicamente ha percorso tutte le strade politiche a lui care. Dalla
militanza nel movimento giovanile socialista di Luca Iosi,
l’ultimo delfino di Craxi, all’esperienza tra i radicali
riformisti di Marco Taradash, fino al lavoro parlamentare con Elio
Vito, senza dimenticare l’insegnamento cattolico ricevuto dai boy
scout e dai Salesiani del Sacro Cuore a Roma. Manca solo un passato
da imprenditore. Ma ha una civetteria in più. La passione per le
vignette, che firmava sull’Opinione con lo pseudonimo Baldo. La più
apprezzata? «Quella sul riccometro, con Prodi che scuote una
cabina-riccometro e urla: «Silvio, vieni fuori che la fai esplodere».
Non ha perso la vena satirica Baldo-Simone, che però ha un alto
senso delle gerarchie. «Noi giovani cominciamo a far politica
adesso e siamo in via dell’Umiltà, com’è giusto. Berlusconi ha
milioni di voti ed è giusto che stia in via del Plebiscito»,
recita. Il leader azzurro, appassionato com’è di battute e
barzellette, pare, apprezzi molto lo spirito di Baldelli, che si
racconta così: «Sono di formazione cattolica, ma ho la sensibilità
dei liberali-riformisti e il metodo dei radicali».
Musica per le orecchie di Berlusconi, che il giovane Simone chiama
«dottore», come i più stretti collaboratori. E a un pranzo con il
"dottore" nel 1995 deve la sua fortuna. «Gli spiegai che
volevo impegnarmi con i giovani e lui mi diede tutto il suo
appoggio. Ora mi dedicherò anima e corpo al movimento, anche se ci
rimetteranno gli studi. Mi mancano tre esami per la laurea in
Scienze politiche, ma la politica sul campo viene prima di tutto».
|
|
|