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"Le società civili si conquistano attraverso la conquista delle loro coscienze". A pronunciare questa frase era Antonio Gramsci e sembrerebbe la abbiano tenuta ben presente Berlinguer e "compagni", ponendola quasi come massima ispiratrice del loro disegno di riforma della scuola, una riforma sotto la quale si nasconde un sinistro progetto, figlio di una cultura totalitaria: educare i giovani all'unica verità esistente, la loro. E allora ecco il monopolio statale nell'istruzione, giacché non si potrebbe accettare l'esistenza di scuole non statali che si distaccano dal coro, ecco la pretesa di monopolio culturale della sinistra, affermando quel falso binomio sinistra - intellettuali che ben si accoppia con quella vastissima classe di docenti ex sessantottini che servono fedelmente il progetto d'educazione alla verità della sinistra e che solo oggi cominciano a svegliarsi agitati, dall'illusorio sogno di un governo di sinistra che li avrebbe tutelati; ed infine, per completare il quadro, ecco il monopolio delle organizzazioni di sinistra nell'associazionismo studentesco, tanto per emarginare chi la pensa diversamente, tanto per ridicolizzare chi pronuncia con coraggio un messaggio di libertà, tanto per demonizzare il nostro leader ed il nostro movimento, tanto per veicolare nel pensare comune dei giovani che ancora si devono formare un'idea politica, le due equazioni, anch'esse naturalmente false e ridicole, sinistra=bene, centrodestra=male. Eppure qualcosa non ha funzionato: i docenti, toccati nel profondo, si sono per una volta tolti i paraocchi dell'ideologia e tra gli studenti si è innescato un effetto boomerang per cui proprio l'arroganza con cui venivano affermate le verità assolute della sinistra ha determinato, quasi per un esasperato rifiuto di questi ultimi, l'avvicinarsi di sempre più giovani alle nostre posizioni. E allora la nostra sfida ed il nostro compito ci appare chiaro: vestire anche nelle scuole la casacca di sentinelle della libertà, mostrando ai giovani come esista un'altra strada, alternativa all'arroganza della sinistra e distinta dalla voglia di piazza della destra più estremista. Abbiamo dato vita così ad "Alternativa Studentesca", l'organizzazione studentesca nazionale che porta nelle scuole e tra gli studenti i nostri principi, ne stiamo curando la campagna d'adesione, l'abbiamo in meno di quattro mesi portata ad essere presente in tutte le regioni, in oltre 60 province, in un gran numero di scuole e l'obiettivo che ci poniamo ha come scadenza le elezioni scolastiche del prossimo ottobre dove consacreremo la nostra presenza con una nutrita squadra di eletti. Un grande miracolo organizzativo, visti anche i ristretti mezzi a disposizione, che è stato possibile solo grazie alla grande voglia degli studenti di raccogliere il nostro messaggio per cambiare e guardare al futuro. Ed una scuola che guarda al futuro, che si riserva il compito di preparare noi, giovani generazioni, ad una società globale e ad un mercato del lavoro senza frontiere come quelli che già intravediamo, non può affermarsi se non passando attraverso quattro punti fondamentali: la libertà di scelta da parte degli studenti, con la sapiente guida della propria famiglia, del tipo d'istruzione da conseguire, senza che ad arrogarsi questo diritto sia lo Stato; l'attenzione al rapporto tra scuola e lavoro per cui è necessaria una scuola aperta alla società civile ed ammodernare le materie ed i programmi introducendo l'insegnamento dei nuovi saperi, parametri d'alfabetizzazione del futuro, quali l'informatica, l'Internet, le lingue straniere, la conoscenza dei basilari del diritto e dell'impresa; l'obiettività di ciò che si insegna, ed è naturale che una particolare equilibrio merita l'insegnamento della storia che quanto più diventa insegnamento dell'attualità, tanto più corre il rischio di divenire interpretazione faziosa di essa per fini di parte; ed infine l'abrogazione del valore legale del titolo di studio e con esso di quell'inutile esame di maturità, figlio di una scuola d'altri tempi, per affermare invece come parametro della preparazione degli studenti non il titolo ma le competenze acquisite. L'appello è quindi a tutti gli studenti che vogliono condividere con noi questo impegno: contattateci e portate anche nella vostra scuola il nostro grande messaggio di cambiamento e libertà! Francesco Vaccaro |