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Iniziative nazionali - Settore SCUOLA

Libri scolastici, da testi faziosi a strumento di qualità

Recentemente il Governo ha avanzato la proposta di risolvere il problema, pur grave e reale, del cosiddetto "caro-libri", ossia dell'aumento vertiginoso che ogni anno subiscono i prezzi di copertina dei libri di testo, con un provvedimento con cui si pone un tetto massimo al prezzo complessivo della dotazione libraria di ogni studente.

Oltre alla evidente obbiezione, avanzata dagli stessi insegnanti, del rischio di trovarci di fronte ad una classe di docenti, che si improvvisano ragionieri per l'occasione, con questo provvedimento, in realtà, il Governo non risolve a pieno il problema, ma apre piuttosto la porta ad una serie di altre questioni da esso derivanti.

Anzitutto, porre un tetto massimo al prezzo della dotazione libraria significa inevitabilmente una diminuzione della qualità dei testi scolastici che, per esempio, per contenere i propri costi, dovranno diminuire gli aggiornamenti e le revisioni.

Viceversa sarebbe auspicabile, che il provvedimento, pur giustamente considerando la necessità di diminuire il prezzo dei libri, non influisca però in modo negativo sulla qualità dei testi scolastici e quindi dell'istruzione, ma anzi ne consenta un miglioramento soprattutto sotto il profilo dell'aggiornamento.

Contestando quindi lo strumento del "tetto massimo0 di prezzo", la proposta che avanziamo è quella di normalizzare il mercato dei libri di testo: oggi, secondo una logica piuttosto singolare, a "scegliere" il prodotto-libro sono, di fatto, i docenti, ma a "pagarlo" sono le famiglie, ciò comporta che spesso la scelta del docente non tiene conto dell'elemento "prezzo" e ciò consente alle case editrici di imporre aumenti vertiginosi (nel caso di alcuni testi oltre il 10% annuo), senza che questo comporti un corrispondente calo della domanda, come viceversa ci dovremmo aspettare.

Noi proponiamo invece che a scegliere il testo possano essere gli stessi studenti, tra una rosa di tre-cinque testi alternativi indicati dal docente, un po' come avviene nelle università. Questo consentirebbe, naturalmente, una introduzione dell'elemento "prezzo" nella scelta, che verrebbe effettuata a questo punto secondo il normale criterio del rapporto qualità/prezzo e permetterebbe inoltre ad ogni studente di scegliere il libro che ritiene migliore e a lui più adatto, evitando l'obbligo di dover malvolentieri studiare su libri (ad esempio di storia) ritenuti dallo stesso studente faziosi e soprattutto consacrando in questo modo il principio per cui lo studente "preparato" non è colui che ripete ciò che ha letto sul libro, ma colui che ha una buona conoscenza della materia a prescindere dal libro sul quale abbia studiato.

Francesco Vaccaro
Responsabile nazionale Scuola