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Iniziative nazionali - Settore SCUOLA

Istruzione illiberale e cieca sul futuro

Pubblicato da L'Opinione, 5 settembre 2000

Gli studenti, diretti interessati dal nuovo ordine che ha investito il campo dell'istruzione, hanno tracciato un bilancio delle riforme scolastiche. Con non pochi motivi di delusione. La scuola riprende dopo la pausa estiva e malgrado le riforme, enfatizzate dalla maggioranza e dalla stampa di sinistra come svolte epocali, per noi studenti, dobbiamo dirlo, è cambiato ben poco. Siamo d'altro canto ormai al capolinea della legislatura e quindi possiamo permetterci un bilancio.

Abbiamo avuto una finta legge di parità, dietro alla quale s'è celato un intervento assistenzialista con ben altri effetti che produrre la parità: come se borse di studio di 400 o 500 mila lire potessero mai consentire a chi non aveva 4 o 5 milioni per accedere alle scuole non statali di risolvere i propri problemi. E così gli studenti meno abbienti, ai quali la sinistra non ha consentito a tutt'oggi di esercitare la propria libertà di scelta tra istruzione statale e non, continueranno ad attendere e nell'attesa a frequentare, loro malgrado, la scuola dello Stato.Abbiamo avuto poi il Riordino dei Cicli, splendida sostituzione di cornice ad un quadro la cui tela resta immutata. Cambia infatti l'impianto della scuola, tra l'altro in modo discutibile, ma continuiamo a studiare sempre le stesse cose. La scuola guarda a se' stessa, guarda ai propri problemi (cioè a quelli dei docenti), è incapace di guardare al suo esterno, ad una società che cambia, al mercato del lavoro, al futuro (specie quello degli studenti). E così apprendiamo che nei prossimi anni il settore di internet e dell'informatica regalerà posti a valanga ma noi continuiamo a non studiarlo e a studiare, invece, lo iota sottoscritto, la crasi e le altre particolarità della grammatica greca. Fra qualche anno così l'Italia assumerà dall'estero i professionisti dell'internet-mercato e noi, analfabeti del futuro, resteremo a guardare, consolandoci enunciando i paradigmi dei verbi greci.

Ci dicono che la conoscenza delle lingue è cosa importante, che il mercato sarà globale, e noi, al Liceo Classico, studiamo l'inglese solo nel biennio. Dicono a noi giovani che non partecipiamo ai problemi della collettività, che non abbiamo il senso della cittadinanza e ancor meno quello della legalità, ci dicono di non attenderci più il "posto fisso" (giusto!), che il lavoro bisogna inventarselo (giustissimo!). Ma ci avessero mai insegnato i basilari del Diritto e dell'Impresa, anche l'Educazione Civica di una volta ormai è di fatto sparita. Abbiamo avuto la Riforma dell'Esame di Maturità, pensavamo finalmente volessero abolirlo e invece no: lo hanno reso ancora più iniquo ed ancora più inutile. Dare uguale valore legale ad esami diversi, fatti da docenti diversi, con prove diverse, parametri di valutazione diversi, che senso ha? Come se fare l'esame in quella classe d'esame di Cagliari in cui 14 studenti su 25 esaminati sono stati bocciati, era la stessa cosa che farlo in qualsiasi altra parte d'Italia.

L'ultima trovata, contrabbandata come iniziativa dalla grande popolarità, è il tetto massimo di prezzo alla dotazione libraria di ogni studente. La prima cosa a rimetterci sarà la qualità dei testi. Certo, il "caro-libri" esiste ed è un problema, ma se avessimo pensato di risolverlo facendo scegliere agli studenti quale libro acquistare? Fino ad oggi, diciamocelo, il prezzo dei libri lievitava annualmente, ma perché erano i docenti a scegliere i testi e le case editrici ben sapevano che non era certo in base al prezzo che questi sceglievano. Per non parlare della autonomia "zoppa" partorita dalla Sinistra, della faziosità di alcuni libri di testo e di alcuni insegnanti ben lontana dall'essere estirpata, dell'obbligo "formativo" a 18 anni, che altro non significa se non la possibilità di essere sfruttati in apprendistato già dai 15 anni, altro che vittoria, sconfitti fino a che non riusciremo a fare l'obbligo "scolastico" a 18 anni. Così all'apertura della scuola il Ministro De Mauro, farà finta di nulla, discorsi, cerimonie e parate faranno da condimento a questa svolta epocale (?) della scuola italiana e intanto noi, studenti, continuiamo ad aspettare che di vere riforme si inizi a parlare.

Francesco Vaccaro