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Forza Italia Giovani

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Archivio news - 24/10/2000 - Abolizione leva: una vittoria della Casa delle libertà

ANSA - LEVA: TUTTI SODDISFATTI I POLITICI, DIVISI SUI 'MERITI'

(ANSA) - ROMA, 24 OTT - I giovani di Forza Italia hanno espresso grande soddisfazione per il varo della legge. ''L' abolizione della leva - ha sostenuto il coordinatore nazionale dei giovani Azzurri, Simone Baldelli - costituisce una storica vittoria di chi, come le forze che compongono la Casa delle liberta', sostiene da sempre la strada dell' esercito professionale. Ma costituisce anche una storica sconfitta di chi, come i Verdi e i comunisti, da sempre si e' opposto con forza a questa legge. L' approvazione dell' ordine del giorno di Forza Italia al Senato, che fissa i criteri di esenzione per i giovani lavoratori, rappresenta, poi, un passo in avanti ulteriore verso la chiarezza nel processo di abolizione di questa 'tassa in natura' per i giovani italiani''.

AGI - LEVA: APPLAUSI 'BIPARTISAN' DA SINISTRA GIOVANILE E GIOVANI FI

(AGI) - Roma, 24 ott. - I giovani apprezzano la nuova legge sulla leva. La Sinistra Giovanile afferma che "finalmente per centinaia di migliaia di ragazzi arriva un provvedimento storico atteso da molti anni". Per la Sinistra Giovanile, "viene finalmente sancito il diritto di scelta per tutti". Per i giovani di Forza Italia e' "una vittoria storica di chi come le forze che compongono la Casa delle liberta' sostiene da sempre la strada dell'esercito professionale". Secondo Simone Baldelli, coordinatore nazionale dei giovani azzurri pero' e' anche "una storica sconfitta di chi, come i Verdi e i Comunisti, da sempre si e' opposto con forza a questa legge".(AGI)

CORRIERE DELLA SERA - Addio alla leva, in caserma solo i volontari

ROMA - Adesso i soldati di mestiere non fanno più paura a nessuno, adesso non ci sono più coscritti del Sud da spedire a Spilimpergo a scoprire un’altra Italia. E nessuno, prima di partire, scriverà più sui muri del proprio paese con ingenuo orgoglio «viva la classe 19..., classe di ferro». Dopo 200 anni la «naja», arrivata in Italia al seguito di Napoleone, va in soffitta. L’abolizione della leva, che sarà sostituita da un esercito di volontari, è stata approvata dal Senato a grandissima maggioranza ma tra i due Poli, pur uniti nel voto, è scoppiata puntuale la polemica, stavolta centrata sul diritto di primogenitura. Ma i distinguo ci sono stati anche all’interno della maggioranza con l’astensione dei Verdi e del Pdci. Contro ha votato Rifondazione, che parla senza mezzi termini di «controriforma» mentre tutte le organizzazioni del volontariato si dichiarano preoccupate per l’incerto futuro del servizio civile, la cui riforma è ancora bloccata. Gianfranco Fini, leader di An, parla di «battaglia sostenuta storicamente dalla destra italiana», Maurizio Gasparri rincara ricordando i «pentiti» del centro-sinistra, che «per decenni hanno ostacolato una riforma moderna e indispensabile». Si inalbera naturalmente la maggioranza: «Sono incredibili le affermazioni del centro-destra», dice ad esempio il capogruppo Ds in commissione Difesa, Pietro Ruzzante. «In vent’anni, compreso il periodo del governo Berlusconi, non sono riusciti ad affrontare questa importante riforma. L’Ulivo lo ha fatto in soli quattro anni».
In effetti la prima proposta di legge per l’istituzione della leva professionale risale al 1979, e porta la firma di alcuni deputati del Movimento Sociale Italiano, con in testa l’ex capo del Sid, Vito Miceli. Ma era un’altra Italia, un’altra Europa. E gli equilibri erano diversi: la prima esercitazione militare nella quale il nemico non veniva da Est era stata fatta solo nel 1974. Un evento così importante da essere presenziato dal presidente della Repubblica. Alla caduta del muro di Berlino mancavano ancora 15 anni, comunque. Adesso invece c’è l’Europa, dove solo la Germania continua a mantenere un esercito di leva, anche se progetta di ridurre il numero dei soldati e la durata della ferma. E dunque tutti dicono sì all’esercito europeo, da impiegare soprattutto in operazioni di «peace keeping», ovvero di mantenimento della pace. Sì da Forza Italia («una vittoria storica, ma anche una storica sconfitta per chi si è sempre opposto», esultano i giovani del partito), sì da Walter Veltroni («Un altro passo verso un moderno riformismo, una legge decisiva per il paese»), sì dal presidente della commissione Difesa Valdo Spini: «Una legge storica dal punto di vista militare e sociale». E il ministro della Difesa Sergio Mattarella rimarca: «Svolta di grande portata», un bene per le forze armate e per le famiglie.

IL GIORNALE - Obiettori e alpini non sanno che fine faranno

Al quasi unanime coro politico senza requiem per la fine della leva e di osanna per l'esercito professionale (inneggiano insieme anche i ragazzi della Sinistra giovanile e quelli di Forza Italia con il loro coordinatore Simone Baldelli) un paio di voci stonate, a parte alcune discordanti valutazioni sul merito di alcuni punti della riforma, vengono dal solito Falco Accame, presidente dell'Anavfa, Assocazione dei familiari delle vittime delle forze armate.

LA STAMPA - Addio alla naja: esercito di professionisti

ROMA Il Parlamento approva: dopo quasi due secoli di onorato servizio, la naja entro cinque anni scomparirà. Al suo posto verrà un esercito interamente professionale. La cartolina potrebbe tornare solo in caso di guerra o di straordinarie calamità. E’ una riforma epocale quella che ieri il ministro della Difesa, Sergio Mattarella, ha salutato con compiacimento. «E’ il dividendo della pace. Una riforma lungamente attesa dalle famiglie. Ma c’è anche la necessità di rinnovare le nostre Forze Armate, che hanno cambiato la loro missione: non più blocco statico alle frontiere in attesa di un nemico che non c’è più, ma forza dinamica in grado di proiettarsi dove servono». In Parlamento c’è stata larga convergenza tra maggioranza e opposizione. Si oppone solo Rifondazione. Astenuti Verdi e Pdci.
Qualcuno aveva sollevato obiezioni di natura etica, non tecniche, su questa riforma. Alla «Stampa» il ministro della Difesa risponde: «Il ’’cives’’ non è più necessariamente un ’’miles’’. I tempi sono cambiati. In questo momento c’erano due spinte convergenti: la richiesta della società che aveva cambiato atteggiamento verso la leva, si vedano i numeri dell’obiezione di coscienza, e la richiesta delle forze armate di passare a una professionalizzazione. Era il momento di fare la scelta. Sono lieto di vedere una larga convergenza in Parlamento».
La decisione del Parlamento soddisfa i giovani di Forza Italia, come quelli di Sinistra Giovanile. E i leader. Walter Veltroni: «E’ una nuova tappa di quel cammino riformista intrapreso dai governi del centrosinistra». Gianfranco Fini: «E’ significativo che la legge sia stata approvata a larghissima maggioranza. Ma quando noi presentammo questa proposta, tanti anni fa, fu giudicata eversiva dalla sinistra».

IL MESSAGGERO - Mattarella: fine della leva

ROMA - Con il solo voto contrario di Rifondazione comunista e con l’astensione di Verdi e Pdci è diventata legge la sospensione della leva, «il provvedimento più atteso dalle famiglie italiane», come ha detto Doriano Di Benedetto, presidente della Commissione Difesa del Senato. «Un bene per le famiglie italiane» ha definito il provvedimento anche il ministro della Difesa, Sergio Mattarella, per il quale la legge «elimina l’obbligo da parte dei giovani di dedicare un anno di vita al servizio militare, con il rischio di ritardarne, e a volte di ostacolarne, l’ingresso nel mondo del lavoro». Secondo il ministro, le famiglie italiane e le Forze armate hanno finalmente incassato «il dividendo di 50 anni di pace»: omaggi, dunque, alla «politica di sicurezza che il Paese ha perseguito» e riconoscimenti alla «dimensione europea di difesa comune», che ha reso necessario l’adeguamento dello strumento militare italiano a quello degli altri nostri partners europei.
Via la leva, dunque, e largo ai militari di professione con addestramento approfondito, buono a farli ben figurare nelle missioni di pace all’estero (che già oggi impegnano circa diecimila dei nostri militari). Il ministro ha anche rassicurato circa il rischio-estinzione del Corpo degli Alpini («nessun pericolo - ha detto - la Riforma anzi garantisce la permanenza degli alpini») e sul mancato afflusso di ausiliari nelle Forze di polizia e nei Vigili del fuoco («Risolveremo il problema rivedendo gli organici e inserendo effettivi al posto degli ausiliari», ha affermato). Tra le cose di cui si dovrà occupare prossimamente il Governo c’è, secondo Mattarella, l’orario di lavoro dei militari «che non può più essere assimilabile a quello del pubblico impiego» e la questione della mobilità del lavoratore con le stellette («Con le nuove Forze armate si accentuerà, occorre prevedere un’indennità speciale»). Quanto alla domanda di volontari (sufficiente o insufficiente?) per il nostro Esercito, Mattarella si è detto «fiducioso nei nostri giovani. Potrebbe essere - ha aggiunto - un’occasione di riequilibrio tra Nord e Sud, stante l’attuale gettito di soldati provenienti soprattutto dal Centro e dal Meridione».
La legge, come si diceva, è stata votata a larga maggioranza e larga maggioranza di consensi c’è stata anche nelle dichiarazioni di parlamentari di diversi schieramenti. Con una coda polemica per quanto riguarda la "primazia" del provvedimento. Aveva cominciato Valdo Spini a definirsi «padre della legge». A Spini ha subito risposto Alleanza nazionale. Gasparri: «Se lui è il padre noi siamo i nonni. Era il 1978 quando il Fronte della Gioventù avviò la campagna per l’abolizione della leva». Palombo: «La Destra si è sempre battuta per un esercito di soli professionisti». E Fini: «E’ stata vinta una battaglia sostenuta storicamente dalla destra politica italiana». Ad Alleanza nazionale si è poi aggiunto Vincenzo Manca, di Forza Italia, anche lui sostenendo che il merito dell’approvazione della legge vada ascritto all’opposizione, «e in particolare a Forza Italia». Si sono quindi rifatti sotto i Ds, con Piero Ruzzante: «Incredibili le affermazioni della Destra - ha detto - In venti anni non sono riusciti ad affrontare questa riforma». Riforma che Walter Veltroni ha definito come «un altro passo verso quel diritto di scelta che è uno dei principi fondamentali di un moderno riformismo». Alla fine ci hanno pensato i giovani a mettere tutti d’accordo. Sia la Sinistra giovanile che i giovani di Forza Italia hanno plaudito alla legge. Il futuro sarà "bipartisan"?

 


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