Silvio Berlusconi lo spiega chiaramente: la strategia della sinistra che mira a separare il Carroccio dal resto della Casa delle libertà è perdente in partenza e le garanzie che stavolta l'accordo reggerà stanno nella logica prima ancora che nella politica. Dal punto di vista azzurro, oggi, rispetto al 1994, è maturata una compiuta scelta federalista e il documento del congresso nazionale di Forza Italia del 1998 è il primo vero passo verso la devoluzione dei poteri alle Regioni; dal punto di vista leghista, non solo un nuovo ribaltone toglierebbe ogni credibilità a Umberto Bossi e ne sancirebbe la scomparsa dalla scena politica, ma soprattutto impedirebbe alla Lega la realizzazione del programma federalista che è nella ragione sociale del Carroccio e chiuderebbe i vent'anni di avventura politica leghista senza alcun risultato.

Dal canto suo, il segretario dell'Udeur Clemente Mastella rispolvera l'arma del centrosinistra: "Ormai è tardi per risolvere il problema, l'Europa ci guarda con preoccupazione". Ma, nonostante l'astensione dei giovani mastelliani e di quelli popolari, i fatti dimostrano invece che l'Europa si trova alla perfezione con gli azzurri; proprio ieri i giovani di Forza Italia sono stati ammessi nel movimento giovanile del Ppe con i voti favorevoli di tutti gli altri membri: "E' un trionfo - esultano all'unisono il coordinatore dei Giovani per la libertà Simone Baldelli e il suo vice Paolo Zanetto -, il voto di oggi è venuto anche da chi, in dicembre, si espresse contro l'ingresso azzurro nel Ppe. E' una dimostrazione della stima europa per Forza Italia".