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news - 29/10/2000 - Scuola: nessuno può farci i suoi comodi
LA STAMPA -
Occupare la scuola non è reato
ROMA Occupare le
scuole non solo non è reato, ma costituisce una attività
pienamente legittima da parte degli studenti, sempre che non vengano
danneggiate le strutture. E questo perché gli studenti sono «protagonisti
dell’attività scolastica» e quindi pienamente autorizzati a
decidere su quanto nella scuola debba avvenire. Fatte salve le
leggi, beninteso.
Di questo tenore è una sentenza della Suprema Corte di Cassazione
che dà piena cittadinanza ad una pratica di protesta ormai
consolidata dall’uso ma pur sempre vissuta come scontro, strappo,
quando non come plateale trasgressione.
E se per un «vecchio studente» come Mauro Paissan - leader e
pioniere delle lotte studentesche degli anni Settanta - la sentenza
arriva, sia pur fuori tempi massimi, a legittimare qualcosa di ormai
acquisito, per Simone Baldelli, leader dei giovani di Forza Italia,
la decisione lascia perplessi: «La scuola è di tutti? - commenta -
anche la strada lo è, ma questo non autorizza nessuno ad occuparla
a scapito degli altri. O no?».
La decisione della Suprema Corte, fa riferimento ad una
occupazione-autogestione realizzata all’inizio del ‘99 in un
Istituto tecnico di Firenze. Undici studenti furono denunciati per
questo, in quanto «occupanti di un edificio pubblico». Il pretore
non considerò reato quanto veniva contestato a questi ragazzi, ma
la sua sentenza fu impugnata dal procuratore generale di Firenze e
dal pubblico ministero di Prato.
Secondo i ricorrenti, la condotta degli allievi in agitazione doveva
essere considerata come occupazione illegittima, visto che non aveva
nessun collegamento con la funzione scolastica ed educativa, mentre
era diretta solo a manifestare una protesta, peraltro non si sa
quanto condivisa dai più. Questa opinione però non è stata
recepita dalla Cassazione, che così ha scritto nella sentenza: «Se
è innegabile che l'edificio scolastico, nella sua struttura muraria
e nelle sue attrezzature, appartiene allo Stato e, di conseguenza,
non deve essere danneggiato, è altrettanto vero che la scuola -
anche in forza del dpr 31-5-1974 numero 416 - costituisce una realtà
non estranea agli studenti, che contribuiscono e concorrono alla sua
formazione ed al suo mantenimento».
«Che gli studenti siano soggetti attivi della scuola mi sembra un
riconoscimento di grande valore - ha detto alla Stampa Francesco
Vaccaro, leader di "Alternativa studentesca", il movimento
vicino a Forza Italia - ma questo non può tradursi in un
indiscriminato appropriamento delle strutture scolastiche da parte
di gruppi di studenti, quasi sempre minoritari, a scapito di altri né,
meno che mai, in un danneggiamento delle strutture scolastiche
medesime, il che accade con una certa frequenza. Quindi sì al
diritto di protesta ma senza danni per gli edifici e gli impianti e
senza nessuna forma di prevaricazione, neppure minima, nei confronti
di chi alla protesta medesima non vuole aderire».
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