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Forza Italia Giovani

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Settore Università, Documenti - Dalla riforma universitaria più danni che vantaggi

ANSA - UNIVERSITA': I DIECI 'NO' DI FORZA ITALIA ALLA RIFORMA

(ANSA) - ROMA, 3 AGO - I giovani di Forza Italia oppongono dieci 'no' alla riforma universitaria del ministro Zecchino:
- scopiazza il sistema anglosassone e distrugge le radici della cultura italiana;
- abbassa il livello culturale dei nuovi laureati, sacrificando materie fondamentali che garantiscono una formazione umana e culturale completa;
- penalizza chi e' piu' bravo, non prevedendo incentivi come le borse di studio per merito;
- aumenta il divario tra universita' di serie A e di serie B (non e' garantita la parita' di condizioni di partenza);
- riduce gli investimenti per universita'e ricerca scientifica; - vuole adeguarci al non-sistema europeo (in Europa ogni paese ha un sistema diverso e peculiare);
- non garantisce la qualita' dell'insegnamento;
- non garantisce maggiore professionalita' (l'introduzione di esperienze professionalizzanti e' un invito e non un obbligo);
- non garantisce la spendibilita' del titolo di studio nel mondo del lavoro;
- tutela i gruppi di potere e le lobby universitarie.
Gli studenti di Forza Italia criticano anche la scelta di varare la riforma in un periodo morto come quello a ridosso di ferragosto e annunciano per ottobre una campagna di informazione alle matricole sul futuro che le attende.

ANSA - UNIVERSITA': MELLARA (FI), PIU' DANNI CHE VANTAGGI DA RIFORMA

(ANSA) - ROMA, 4 AGO - La riforma universitaria del ministro Zecchino ''e' passata in sordina e causera' piu' danni che vantaggi agli studenti''. Questo e' il commento del responsabile nazionale universitario di Forza Italia giovani Silvio Mellara il quale in una nota ha detto che il ministro ''illude i ragazzi facendogli pensare che una laurea raggiunta in tre anni sia spendibile subito nel mondo del lavoro e che la prosecuzione degli studi negli ulteriori due anni specializzi lo studente''.
Per Mellara le universita' italiane ''non sono adeguate per una riforma falso-anglosassone, ci sono troppe differenze tra grandi e piccoli atenei e c'e pregiudizio sui titoli conseguiti; chi si laurea a Roma pensa di essere piu' preparatodi chi si laurea in un piccolo ateneo: ma i risultati si vedono agli esami di Stato dove masse di laureati copiano o si fanno raccomandare per passare''.

ADNKRONOS - UNIVERSITA': FI GIOVANI CONTESTA, DIVERSA POSIZIONE UDU

Roma, 4 ago. - (Adnkronos) - Commenti delusi alla riforma firmata oggi dal ministro dell'Universita' da parte dei giovani di Fi. ''Il presidente del consiglio dovrebbe frequentare adesso l'universita' per accorgersi che la riforma da lui firmata decretera' per sempre la fine dell'universita' italiana''. Dichiara Silvio Mellara, responsabile universitario di Forza Italia Giovani, definendo la riforma Zecchino ''l'ennesima tragedia per l'universita' italiana''.
L'Unione degli Universitari invece, loda ''lo spostamento dei poteri dal livello centrale al livello locale, associato ad un percorso flessibile'', che ''puo' garantire ai laureandi italiani un percorso formativo corrispondente alle prorpie esigenze e maggiori chances sul mercato del lavoro''. D'altro canto, l'associazione di studenti ''ritiene che cosi' com'e' la riforma sia una scatola vuota, che puo'essere riempita nei modi sbagliati''.

AGI - MELLARA (F.I. GIOVANI), RIFORMA E' LA SUA FINE

(AGI) - Roma, 4 ago. - "Il presidente del Consiglio dovrebbe frequentare adesso l'universita' per accorgersi che la riforma da lui firmata decretera' per sempre la fine dell'Universita'". E' il commento di Silvio Mellara, responsabile nazionale universitario di Forza Italia Giovani. Secondo Mellara circa il 25% degli studenti laureati non trova lavoro e "parecchi non svolgono un lavoro per cui hanno dedicato anni di sacrifici e studio". Non intervenire contro la disoccupazione alla quale i giovani laureati vanno incontro "inesorabilmente" una volta usciti dagli atenei, "significa - conclude Mellara - continuare a dire che i ragazzi sono disoccupati perche' hanno la laurea".

CORRIERE DELLA SERA - La riforma dell’Università bocciata dagli studenti

ROMA - «Nei prossimi sei mesi tutti i corsi di laurea saranno trasformati. La parola d’ordine è flessibilità», dice il professor Luciano Modica, presidente dei rettori italiani (Crui). La riforma che introduce la laurea triennale, firmata ieri dal ministro dell’Università Ortensio Zecchino, consentirà ai 70 atenei del Paese di metter mano al restyling dei vecchi indirizzi di 4 anni, per renderli più brevi e più vicini alle richieste del mondo del lavoro. E anche di filtrare l’accesso degli studenti. E proprio da loro, gli universitari, arrivano i primi segnali di ostilità a un disegno di riforma che sembra condiviso da ampi settori del mondo accademico. I giovani ds dicono sì alla riforma ma contestano le posizione del ministro Zecchino sugli accessi ai corsi di laurea: «Sono assolutamente inaccettabili». «L'università era ormai ridotta ad un esamificio? Adesso sarà un disoccupatificio. La riforma del tre più due è un flop annunziato, ora la laurea vale come un diploma», sentenzia Giampiero Cannella, portavoce degli universitari di An. «Causerà più danni che vantaggi agli studenti - è l’opinione di Silvio Mellara, responsabile degli studenti di FI - . Il ministro illude i ragazzi facendogli pensare che una laurea raggiunta in 3 anni sia spendibile subito nel mondo del lavoro».
La riforma, calata in piena estate, non fa registrare altri commenti nel mondo degli universitari. Negli ambienti accademici, dove se ne discute da 5 anni, le novità non colgono di sorpresa nessuno. Le 30 facoltà di Ingegneria sono già sui blocchi di partenza: in autunno la laurea triennale partirà quasi dappertutto. Tra gli atenei il più veloce di tutti è stato l’ateneo di Udine. Tutte le facoltà, eccetto quelle che rispondono alla normativa europea, sono state riorganizzate in trienni e tra breve accoglieranno le prime iscrizioni.

GIORNO / NAZIONE / CARLINO - Università, riforma e polemiche

ROMA — Tre anni per la laurea breve e poi, volendo, tante possibilità di specializzazione. L'università italiana cambia faccia. Ieri è arrivata la firma al decreto che «modifica radicalmente la struttura della laurea universitaria»: parola del ministro preposto, Ortensio Zecchino. Secondo il ministro, «ci adeguamo all'Europa e realizziamo il dettato costituzionale sull'autonomia universitaria, oltre al riconoscimento pieno dei 'nuovi saperi'». Ci mettiamo in linea con l'Europa, insomma, prevedendo — questo l'obiettivo del ministero per l'Università — lauree triennali immediatamente spendibili sul mercato del lavoro. Basta quindi al parcheggio pluriennale degli studenti negli atenei, e basta anche agli abbandoni sempre troppo sostanziosi: oggi consegue la laurea solo un terzo degli iscritti.
Ieri, il consiglio dei ministri ha fatto il passo decisivo, con l'imprimatur del presidente del Consiglio, Giuliano Amato che, a riunione conclusa, si è lasciato andare a toni entusiastici. «E' una riforma importantissima — ha detto il premier — un tassello essenziale di quel lavoro che stiamo facendo per la maggiore qualificazione dei nostri giovani sul mercato del lavoro, che è sempre più competitivo, ma anche più ricco di opportunità per chi è in grado di competere». E poi ha aggiunto: «Questa è una di quelle riforme che impedirà a persone come me di dire quello che ho detto più volte: se si è disoccupati è spesso perché si ha la laurea e non perché non la si ha».
Ma tanta eccitazione non appare condivisa dagli studenti, o almeno da una parte di essi. Entro 18 mesi gli atenei dovranno adeguarsi, ma i dubbi che affiorano non sono pochi. «Così com'è, la riforma è solo una scatola vuota», afferma l'Unione degli universitari (Udu), rilevando che la mancanza di un reale sistema nazionale di valutazione «può comportare una anarchizzazione del sistema universitario, e l'assenza di una riflessione complessiva sul diritto allo studio pone il problema delle risorse, fino adesso mai affrontato». E la spendibilità? Anche su questo punto gli universitari hanno da dire la loro. «Su questo concetto, riferito alla laurea triennale — prosegue la nota dell'Unione — facciamo presente che a tutt'oggi gli ordini professionali e le varie caste stanno facendo una forte opposizione alla reale valorizzazione di questo titolo. Infine, il clamoroso affossamento del collegato alla Finanziaria che prevedeva la riforma dello stato giuridico dei docenti universitari completa un quadro preoccupante».
Una bella cornice senza niente dentro, critica l'Unione degli studenti. E dà loro man forte il responsabile universitario di Forza Italia, Silvio Mellara: «La riforma è passata in sordina e causerà più danni che vantaggi agli studenti». Non solo. «Illude i ragazzi, facendo credere che una laurea raggiunta in tre anni sia subito utilizzabile nel mondo del lavoro». Ma le università italiane, secondo l'esponente di Forza Italia, «non sono adeguate per una riforma falso-anglosassone: troppe le differenze tra grandi e piccoli atenei». La Sinistra giovanile promuove la riforma, ma boccia Zecchino sugli accessi ai corsi: «Sono inaccettabili. Di fatto il ministro invita a inserire filtri all'accesso non previsti dalla legge». Per il responsabile nazionale del Ccd per l'università, Gino Moncada, «nel decreto ci sono contenuti imprecisati e manca una legge quadro. E sorgono forti perplessità sulla possibilità di recuperare la necessaria copertura finanziaria».

 


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