Rassegna stampa
Sommario rassegna stampa
 
Settori tematici
Pagine dei settori tematici
 

 

Iniziative nazionali

25/1/2000 - Contro la par condicio

ANSA - PAR CONDICIO: GIOVANI FI SI IMBAVAGLIANO CON FAZZOLETTI ROSSI

(ANSA) - ROMA, 25 GEN - I giovani di Fi si sono imbavagliati con dei fazzoletti rossi nel corso della manifestazione, organizzata dal Polo, in svolgimento davanti alla Camera dei deputati. ''Siamo in piazza - ha spiegato Simone Baldelli, coordinatore nazionale dei giovani azzuri - per dire 'no' al bavaglio rosso che la sinistra vuole mettere sulla bocca delle formazioni politiche. Vogliamo che tutti, e in primo luogo i giovani, siano liberi di essere informati, di ricevere messaggi politici, di conoscere per deliberare; quando questo viene impedito non resta che la piazza''. (ANSA).

ADNKRONOS - PAR CONDICIO: BAVAGLIO ROSSO PER I GIOVANI DI FI IN PIAZZA

Roma, 25 gen. - (Adnkronos) - Bavaglio rosso sulla bocca per i giovani di Forza Italia, nella manifestazione organizzata oggi in piazza Montecitorio per manifestare contro la legge sulla par condicio. ''Siamo scesi in piazza -spiega il coordinatore nazionale dei giovani azzurri Simone Baldelli- per dire no al 'bavaglio rosso' che la sinistra vuole mettere sulla bocca delle forze politiche. Vogliamo che tutti, ed i giovani in primo luogo, siano liberi di essere informati, ricevere messaggi politici, conoscere per deliberare. Quando questo viene impedito non resta che la piazza''.

CORRIERE DELLA SERA - Berlusconi: mai più rapporti con il regime

ROMA — La par condicio infiamma i toni dello scontro tra opposizione e maggioranza. Ieri sera la Camera ha bocciato tra forti contestazioni del Polo le pregiudiziali di costituzionalità poste dal centrodestra sul provvedimento già licenziato al Senato e ha respinto la richiesta di sospensiva. Con l'appoggio dei partiti di governo, più Trifoglio, Rifondazione e gli ex leghisti del neonato Ape (contrari Polo e Lega), il testo di legge è passato dunque alla fase di dibattito, che è proseguito fino a mezzanotte e riprenderà oggi pomeriggio. L'assemblea di Montecitorio dovrebbe concludere l'esame della norma e votarla (salvo imprevisti) domani.

Durissima la reazione immediata di Silvio Berlusconi, appena esce dall'aula: se la proposta di legge passerà, afferma il leader di Forza Italia, «nulla sarà come prima, non ci saranno più i rapporti che ci sono stati finora tra una maggioranza democratica verso una minoranza democratica, bensì i rapporti di una opposizione che contrasta in nome della libertà una maggioranza di regime», perché è proprio con questa legge che il centrosinistra «si autoassegnerà la patente di regime». «Oggi (ieri, ndr) sono stati confiscati i diritti della minoranza perché il percorso procedurale è stato violato», continua il Cavaliere, facendo riferimento al fatto che in commissione Affari costituzionali non è stato utilizzato il weekend scorso per discutere testo ed emendamenti.

Per il Polo la par condicio è comunque anche l'occasione per mostrarsi come coalizione unita. Le alleanze previste negli ultimi giorni con la Lega e con Cossiga hanno scosso infatti gli equilibri del centrodestra: una possibile deriva troppo centrista, orientata verso una legge elettorale di tipo proporzionalista e con posizioni forti sui temi della giustizia non piacerebbe affatto ad Alleanza nazionale, che gioca però (e non ha intenzione di rinunciarvi) proprio la carta del referendum antiproporzionale. La trattativa è aperta, An ha convocato il direttivo per venerdì e poi ci sarà un vertice con Forza Italia e Ccd.

Ma la legge che deve regolamentare l'informazione politica in campagna elettorale non crea divisioni. Così Berlusconi in serata lascia la Camera per andare a portare un saluto a qualche centinaio di manifestanti del Polo che si sono riuniti da ieri in piazza Montecitorio contro quel provvedimento. Sventolano quasi solo bandiere di Forza Italia. Sui cartelli issati si leggono slogan come «Hitler bruciava i libri, D'Alema oscura le tv», «no alle menzogne dei comunisti», «no al bavaglio, sì alle libertà», e i giovani forzisti proprio con dei bavagli rossi inscenano la protesta. E il Cavaliere parla ai suoi, «la maggioranza sta calpestando la tutela della minoranza», quando Gianfranco Fini sale sul palco ed è subito abbraccio.

IL GIORNALE - Gli azzurri davanti alla Camera: "Viviamo nella Russia di Stalin"

"No al bavaglio, sì alla libertà". Si sono ritrovati in tanti, ieri, sotto uno striscione, tanti quanti ne poteva contenere una piazza Montecitorio blindata e transennata per l'occasione. E lì i militanti di Forza Italia, riuniti per protestare contro la par condicio, resteranno almeno sino a domani, e comunque sino a quando l'iter del disegno di legge non verrà completato. E se il provvedimento dovesse andare in porto sono pronti a dare immediatamente il via ad una grande manifestazione nazionale di protesta.

La piazza ha cominciato a riempirsi sin dalle 13, ma, per colpa dello scarso spazio a disposizione, gli organizzatori hanno dovuto stabilire turni di presenza ben precisi. A questi tre giorni di mobilitazione parteciperanno - secondo le stime dei coordinatori - almeno 1.600 persone, una decina di pullman da tutta Italia. Ma i numeri reali potrebbero andare ben oltre le previsioni, sono tanti, infatti, i cittadini che si sono ritrovati davanti a Montecitorio per aderire alla protesta.

Tante le bandiere e gli slogan contro i bavagli e le dittature: "No alla Marx condicio" e anche "Liberi di informarsi, liberi di votare". E poi ci sono i giovani di Forza Italia, guidati dal coordinatore Simone Baldelli. Si sono presentati all'appuntamento imbavagliati da un fazzoletto rosso, una protesta simbolica contro una legge il cui unico fine - dicono - è soffocare la libertà. "Siamo in piazza - ha detto Baldelli - per dire no al bavaglio rosso che la sinistra vuole mettere sulla bocca delle formazioni politiche".

REPUBBLICA - E Berlusconi tornò in piazza: "È una dittatura stalinista"

ROMA - "Si stanno dando da soli la patente di regime!" tuona al microfono Silvio Berlusconi, intabarrato nel suo cappotto blu notte. "Basta, è una dittatura stalinista!" gli risponde dalla piazza un berlusconiano più realista del re. E le bandiere sventolano, le trombe suonano, i megafoni gracchiano, le telecamere riprendono. Una regia perfetta, per lo spot vivente di Forza Italia contro la maledetta par condicio. Così perfetta che i duecento militanti berlusconiani sono accolti nella piazza rossa del regime stalinian-dalemiano da un gelo siberiano, tanto per dare l'idea del gulag sovietico. Ma loro non mollano: sono venuti a Roma per la madre di tutte le battaglie, e ci resteranno.

Lui, Berlusconi, spunta alle sette e un quarto. Dieci minuti prima il proconsole romano Antonio Tajani aveva dovuto ordinare al servizio d'ordine di recuperare i disertori, dispersi da un vento glaciale dopo tre ore di attesa: "Prego gli amici di Forza Giovani di andare a raccogliere i militanti che sono nei bar e nelle piazze vicine, perchè sta per arrivare il presidente Berlusconi...". Arriva. La regia alza il volume. "Vai con l'inno". Eccolo. "Forza con le trombe". Sale la scaletta del palco. "Alzate le bandiere". Ciak, si gira.

GIORNO/NAZIONE/CARLINO - Par condicio, scintille in Aula e urla in piazza

ROMA — Accompagnato da polemiche, accuse, insulti e dalle urla del Polo («Questo è un parlamento bulgaro») il disegno di legge sulla par condicio arriva in Aula dopo essere stato approvato in commisione, ma «troppo in fretta, senza seguire le regole», accusa il centro destra. Le prime votazioni, sulla costituzionalità del provvedimento, trovano la maggioranza compatta, ma il Trifoglio — pur avendo ottenuto alcune modifiche (non più spot a pagamento, ma messaggi gratuiti) — non ha ancora deciso se astenersi. E aspetta che il centro sinistra faccia marcia indietro sull'esclusione del suo Rebuffa dalla commissione. Fuori, a pochi metri dall'Aula, centinaia di manifestanti di Forza Italia con bandiere e fischietti, hanno iniziato un presidio.

Animi accesi in Aula e anche fuori, al gelo. Pensionati, gente di mezza età, giovani autoimbavagliatisi coi fazzoletti rossi: un mare di bandiere di Fi, una decina del Ccd, una di An. Per ore, fino a mezzanotte, sono stati arringati da decine di oratori che si sono alternati su un gande palco con due teleschermi ai lati.

AVVENIRE - Il Polo porta in piazza la par condicio

Roma. La par condicio approda in aula e, come prevedibile, è subito bagarre. Dentro e fuori Montecitorio. Un'aula che sembra una piazza e una piazza che sembra l'aula. Dentro il palazzo il Polo si scatena contro il presidente della Commissione Affari costituzionali, Rosa Russo Jervolino, e contro Luciano Violante, accusati di non lasciare spazio all'opposizione. E il presidente della Camera risponde a muso duro: «L'opposizione non ha accettato di esercitare i propri diritti». Provocando un «questo è un Parlamento bulgaro» dalle file forzista. Fuori, intanto, sulla piazza, Forza Italia mette in scena lo show anti par condicio: palco da spettacolo musicale, camper-regia, megaschermi collegati in diretta con l'aula, gruppi elettrogeni, servizio d'ordine in casacca blu. Sul palco sfilano il leader del centro-destra. Prima Casini, poi, assieme, come a smentire attriti, Berlusconi e Casini. E il "Cavaliere" attacca: «Se questa legge passerà nulla sarà come prima, non ci saranno più i rapporti che ci sono stati finora tra una maggioranza democratica verso una minoranza democratica, bensì i rapporti di una opposizione che contrasta in nome della libertà una maggioranza di regime». Ma in serata la maggioranza, rinforzata da Rifondazione e Trifoglio, boccia nettamente sia le pregiudiziali di incostituzionalità che le richieste di sospensiva. E, subito dopo, con la discussione generale, comincia la maratona.

Intanto fuori prosegue lo show. I giovani forzisti si imbavagliano con fazzoletti, ovviamente rossi. E i tre leader arringano la piccola folla. «Noi ci stringiamo insieme per sostenere questa grande battaglia di libertà», assicura Casini. E, a conferma, mentre al microfono è Berlusconi arriva Fini e il Cavaliere subito lo abbraccia. «Smettetela di mettere zizzania tra Silvio e Gianfranco. Non dico che siamo fidanzati, ma poco ci manca». E poi, tutti e due all'unisono, accusano. La sinistra non vuole gli spot, attacca Fini, «perché non saprebbe cosa dire». «Oggi, in queste ore - alza il tono Berlusconi -, la sinistra si sta costruendo con le sue mani una patente di regime». Oggi si replica, in aula e in piazza.